Un passo alla volta dentro il gusto libero
8/11/17
Scegliere di avviare la propria impresa, dedicare risorse, tempo ed energie per realizzare un’idea, un sogno, una prospettiva. Aprire un laboratorio Zazie è anche questo. Debora a Verona, ha iniziato con noi questa nuova sfida e ha scelto di raccontarcela passo dopo passo nel nostro blog. Scopriamo chi è prima di immergersi nel suo racconto.
Identikit di una nuova Zaziers
Una bomba esplosiva di 28 anni – quasi 29 mi precisa – che non sta ferma un attimo. Cellulare sempre in mano pronto a ricevere telefonate, messaggi, email di lavoro ma anche likes, video idioti e programmi per il weekend come tutte le ragazze della sua età.
Quando le viene chiesto come si è avvicinata al mondo della cucina, gli occhi le iniziano a brillare e inizia una storia che attraversa racconti sul “non mangio nulla perché non so cos’è”, al “ho lavorato nei posti più disparati”, fino al “ho capito che la mia unica via era cucinare e trasmettere me stessa tramite il cibo”. Vegetariana fin da bambina ha iniziato a cucinare guardando e aiutando la nonna, fino a quando, dopo aver provato diversi lavori, decide di buttarsi totalmente nel mondo culinario aprendo un blog, iniziando a tenere corsi di cucina, creando buffet per eventi e facendo serate vegane in alcuni ristoranti. Da qui poi arriva l’opportunità: entrare in cucina, entrare in una brigata. Due anni e mezzo tra i fornelli, tra orari pazzi e temperature folli, ma con una carica e una voglia di fare che l’hanno accompagnata sin dal primo giorno.
Poi, qualche momento di crisi. Un fermo nella creatività, uno stop ai sogni notturni che facevano nascere le ricette, la difficoltà di esprimersi tramite il cibo e la voglia di cambiare, di fare qualcosa di nuovo e personale.
Qui entra in gioco Zazie, conosciuto per caso durante una vacanza con la migliore amica. Da subito una lampadina si è accesa nella testa di Debora, che ha ritrovato in questo luogo tutto ciò che avrebbe sempre voluto. E poi il contatto, il piacersi reciproco, il “facciamolo”. Ecco come è nato tutto.
La città, il luogo e l’avventura
Prima Parte di un racconto a puntate
di Debora Calderato
L’idea c’era, ora arrivava il bello. Verona, una città adottiva che ho scelto ancora 9 anni fa. Ho sempre saputo di non essere una ‘ragazza di campagna’, ma neanche così troppo metropolitana. Proprio per questo Verona è stato il giusto mezzo per trovare la mia serenità.
In questa città che mi ha accolta a braccia aperte ho deciso di intraprendere questa nuova avventura con Zazie.
La prima cosa da fare è la scelta della location. Sapevo a quale pubblico volevo rivolgermi: non al turista che fa la foto con Giulietta, ma piuttosto agli studenti, alle mamme, agli sportivi, ai giovani che frequentano Veronetta, a coloro che amano il cibo sano e ai curiosi di ogni tipo.
Ed ecco il posto giusto: Veronetta. Un quartiere della città in continuo fermento, il luogo che tutti i giovani frequentano dalla mattina alla sera, situato tra il centro e la zona universitaria, comodo per ogni esigenza.
Cercare un immobile si è rivelato più difficile del previsto. Ho visto ogni posto libero presente in città, ho conosciuto i proprietari più disparati, e preso porte in faccia dopo aver detto la parola ‘cibo vegano e vegetariano’ oppure dopo che avevano deciso che ero troppo giovane per una cosa del genere.
Finché non è arrivata l’occasione, un ex negozio di alimentari ormai chiuso da qualche anno. Entrando ho notato subito che i lavori da fare sarebbero stati tanti, ma dopo essermi consultata con persone più competenti di me in questo settore, ho capito che poteva andare bene. Uscendo dal locale noto che anche quello a fianco è vuoto, si tratta di un ex tabacchi dismesso anch’esso da qualche periodo. E qui si accende la lampadina. Ma perché non unire i due locali? Si può fare? Proviamoci.
E così è stato, alla fine non ho preso un immobile ma ne ho presi due e li ho resi comunicanti, robe da pazzi direte voi. Posso assicurarvelo, è un’impresa bella e buona, ma sono convinta che ne varrà la pena.